ALLLA SOCIETÀ STORICA CATANESE DI VIA ETNEA, IL 17 FEBBRAIO, I NUOVI SPUNTI DI RIFLESSIONE
Maiorana è scappato, no: s’è suicidato, è stato suicidato. Non si sa. Uno dei più grandi misteri della contemporaneità messo in scena dalla voce narrante di Sciascia. Uno Sciascia acceso, stanco, appassionato, inquisitorio: è il Rodolfo Torrisi dai mille volti. Ermetico, poetico, ombroso, follemente ricercatore di una verità che sfugge sempre, nel Belpaese. La famiglia di Sciascia è impressionata dal sincero approccio dell’artista. Maiorana, dov’è? È ancora nel trapanese? Lo stesso Paolo Borsellino se ne occupò. Fuggì, obbligato, in Germania per l’atomico Terzo Reich? O il più grande fisico catanese riposa in Sudamerica, sui prati di Mar del Plata. “Sciascia – sostiene l’attore – non sosteneva affatto che il nostro potesse essersi suicidato, o , addirittura , aver perso la testa”. C’è un’architettura complessa, fragile, incomprensibile. Il multiforme Torrisi cerca di ricostruirla, ponendo nuovi dubbi, vestendo i panni di tanti personaggi alla ricerca di una “verità sostenibile”.