Il tappeto armonico realizzato dalla “scuderia” Scuderi, come il chitarrista etneo ama definire scherzosamente i suoi allievi, incanta la sala concerti di Palazzo Pulvirenti. L’evento è importante perché consente a tutte le classi d’età di migliorarsi, affrontando con serenità il pubblico, migliorare le proprie abilità, autoregolare le proprie emozioni. Lo Scuderi-pensiero si poggia sui tre cardini “tesliani”: energia, forza e vibrazione. E, soprattutto, amore per la musica non per uno sterile titolo: perché di fronte all’infinito, ama ripetere, siamo nulla. Ma possiamo testimoniare che non la consumiamo come accade sui network popolari (che un tempo consentivano la fruizione di ogni genere musicale). “La facciamo rivivere attraverso le nostre corde, imparando a sviluppare il controllo del corpo, e il funzionamento dei due emisferi cerebrali”. I ragazzi del Conservatorio “Vincenzo Bellini” si sono dimostrati all’altezza del compito, rimanendo concentrati e abili nei più intrecciati tessuti armonici. Il finale della soirée, con la concertista Elena Pafumi, con la quale il maestro ha conquistato “l’arena” della Carnegie Hall, è stato scoppiettante e dalle dense sonorità: un tappeto armonico veloce, pulito, romanticamente intenso e proiettato verso confini dal lucore impressivo e coinvolgente.
Ciò che resta, è la bellezza e la bravura, lo sforzo e l’intelligenza emotiva di ragazzi che non stanno legati allo smartphone: hanno cose più importanti da fare. Usano il digitale per come esso dev’essere usato, senza lasciarsi travolgere da mode esibizionistiche proprie dei social globalizzanti. Ha aperto la chitarrista Giuliana Catania, col violoncellistico preludio 1 di Villa Lobos. Interpretazione delicata e sicura. Poi è stata la volta delle colleghe di corda, Federica Dimuni e della violinista Laura Nicolosi, col secondo movimento della seconda sonata in do maggiore per violino e chitarra di Ferdinand Rebay: tocchi e legature chiare, pulite, nitide. E di nitore si può parlare anche per il giovanissimo Samuel Vaccaro, che si è cimentato con eleganza sul “Canticum” di Brower. Delicata e introspettiva la chitarrista russa Dasha Obidina, e impeccabili nel trattare l’eleganza delle partiture, gli altri talenti esibitisi, come Antonio Greco, Giuliana Catania. Ragazzi da palco come scuola di vita e condivisione: certezze per una Musica trascurata dai media, ma sempre viva e lucente in chi nutre l’amore per la bellezza. Lo studio? Per il maestro è amaro, ma diventa dolce se affrontato con letizia d’animo e d’intenti.
Chapeau
*Sotto il patrocinio dell’Assessorato al Comune di Pedara