Viene chiesto l’allontanamento di un parente pentastellato. Il sindaco, cerca di moderare. Alta tensione fuori dalla webcam
Dibattito “hard” offline fra sindaco e pubblico.
Un simpatizzante pentastellato contro Limoli che, dal canto suo, chiede più serenità. Ma la tensione resta alta.
Bufera in aula consiliare. I protagonisti: il sindaco, Gianni Limoli, il consigliere pentastellato, Infalletta, e il padre del consigliere stesso, seduto fra il pubblico e poi invitato ad alzarsi ed andar via. “La diretta streaming – annota la Infalletta – arriva fino al punto in cui dico “papà”. Ma a quel “frame”, il sindaco aveva già profferito un “Vada via”. Insomma scontro di fuoco. “Stavo enunciando il mio discorso ma sono stata interrotta tre volte – continua la Infalletta – . Poi il Presidente non è intervenuto, forse per non accentuare la tensione. “S’è udito un “stia zitto”. Quindi la seduta è stata sospesa. “Chi è stato – riferisce la Infalletta aver udito il primo cittadino dir così – vada via. Solo il Presidente può ordinare. Peraltro mi sono sentita rinfacciare i “buu” del fun club del sindaco: ma io non ho interrotto nessuno. E a mio padre sono stati chiesti i documenti, Il presidente ha sospeso la seduta e mio padre è stato allontanato dal vicecomandante: ciò ci sta tutto, perché nessuno può intervenire (nè salire sull’emiciclo mentre la seduta è in corso, (n.d.r. com’è già successo altre volte in spregio ai regolamenti). Mi spiace che il sindaco abbia detto “vada via” a mio padre. Mi spiace che qualcuno abbia chiesto le sue generalità: preciso che queste non sono state chieste né dal Presidente, né dal graduato. Che, anzi, ha cercato di rasserenare la situazione”. Non si sono potute registrare le parole “offline”, non proprio gentili, intercorse in qull’istante. Però i fatti ci sono, e i testimoni, pure. “Ribadisco l’errore di mio padre, ma non accetto che il “vada fuori” venga detto se non dal Presidente”. Insomma, Floridia sempre più sulla ribalta nazionale, per vari motivi. Limoli getta acqua sul fuoco, puntualizza. Ne raccogliamo il parere. “E’ successo che ho udito dal pubblico uno “stai zitto non parlare” rivolto a me”. E aggiunge: “Ho chiesto chi si fosse rivolto così nei miei confronti – racconta -. Mi sono rivolto verso il Presidente, chiedendogli decisioni importanti, altrimenti sarebbe rimasto un precedente grave in aula consiliare: al prossimo consiglio sarebbe stato un caos. Avrei potuto, per la mia carica, sporgere denuncia. Non lo faccio né lo farò: non perché il signore che mi ha apostrofato sia il padre di un consigliere comunale, ma perché è impossibile che il pubblico continui a intervenire. Siamo in un luogo importante per la collettività, in cui si decidono cose importanti per il bene della comunità”. Una comunità che si augura, pur in un momento così delicato per quest’angolo di Sicilia, un attimo di serenità in più fra gli attori della politica perché si risolvano almeno parte le problematiche più delicate per la gente.