Di MANUELA INFALLETTA, ARIA PRINCIPALE DEL FANTASMA DELL’OPERA.
Non lo facciamo sovente, ma la musica ispira riflessioni profonde. Considerazioni tecniche a parte, sulla tenuta della nota finale, sulla grazia degli strumentisti, dal clarinetto incantato di Granata, ai lucori del violino di Genovese, passando per la resa “arpistica” di Giovanna Lo Monaco e Rosy Messina.
È stato un frammento di rara espressività musicale, che si proietta oltre. È l’immedesimarsi autentico fra le righe del testo, navigando con destrezza in un pentagramma attuale: Christine, la maschera, i fatti misteriosi, sovrannaturali, vengono resi in maniera personale, eppur fedele, da tutti gli interpreti. La Infalletta rappresenta la sintesi strumentale di quel ‘Pensami’, un’ancora di belcanto, una continua ricerca del bello, non fine a se stesso. Un tentare equilibri estremi, a testimoniare come passione, impegno, comunicazione, siano sempre in grado di lasciare messaggi inossidabili.