La festa, nata dopo mille vicessitudini, c’è stata ed è stata convincente. Come i “Falsi d’Autore”, con le loro iperboliche imitazioni, il savoir faire cabarettistco innato (tant’è che partiranno a breve per una tournèe isolana. Non è poco. Sono ragazzi che giocano, che hanno studiato per arrivare a prestazioni professionali. Il tutto, rimanendo sempre uniti, in ogni istante della loro crescita artistica. “Una vita in vacanza?” Giammai. Miserere? Secondo il portavoce, Salvatore Spadafora la scelta musicale è ricalcata sulle misere diatribe politiche del Paese.
Non emettono giudizi: giocano sulle note di Zucchero, sulle movenze di una Consoli, su Ferro e Ferreri. Irriverentemente e con simpatia allo stesso tempo. Qui sta la loro abilità, scrutando fra le piaghe dei nostri tempi. “Un particolare ringraziamento – premette – va a padre Giuseppe Gurciullo, davvero una persona speciale, impegnato fortemente sul territorio”. Il team è formato da tante intelligenze sincroniche. “Musicalmente sono tutti a un certo livello – dice – Paolo Guarino ha ideato il gruppo. Massimo Boccaccio al basso è prezioso nella sua ritmica, Corrado Boccaccio , alle tastiere, insieme a Claudio Stampigi (chitarra), completano un quadro scenico di rara sintonia insieme alla batteria di Luigi Trombatore. Da non dimenticare la finezza e la duttilità della voce di Tiziana Cimone”. E, naturalmente, Spadafora stesso: che chiede “Miserere” dopo essersi divertito e divertire. E forse aver trovato una nuova formula di varietà pur partendo da una festa di periferia, che periferia non si sente d’esserlo, pur continuando, nel tempo, a rimanere un “corpo” ancora troppo staccato dalla città. E per una sera è luce.