Il ricordo di una carriera costruita sulle basi del maestro Latina.
Una storia semplice, vera, naturale, quella di Andrea. Un semplice passaggio della banda musicale, da piccolo, e la scintilla per gli ottoni, la tromba, il flicorno, scocca inesorabilmente.
Poi gli studi con il celeberrimo maestro Maurice André (ritenuto il più grande trombettista classico), a dare la svolta professionale. E un’altra floridianità spicca il volo verso lidi internazionali. Il nostro Andrea ha avuto grandi maestri, ma la tenacia e la costanza non gli è mai venuta meno. In ambito classico la sua ricerca del suono e le ricercate dinamiche sono la conseguenza di un duro lavoro di perfezionamento. Certamente occorre una buona predisposizione naturale.
Rapaglià rammenta come Maurice André non facesse lezioni private, ma soltanto corsi annuali a Zurigo: “Ricordo che superai una selezione – racconta – e fui subito ammesso al corso”. La tromba e la sua setosità, con le sue impuntature sugli estremi acuti, lo hanno immediatamente “rapito”, consentendogli di approdare agli strumenti della stessa famiglia con disinvoltura artistica nella banda musicale dell’esercito. “Non ho voluto sentir parlare di altri strumenti, sebbene le trombe fossero già in maggioranza negli organici di un’orchestra”. E a questo punto il musicista ricorda con affetto il maestro Latina, con il quale ha iniziato a suonare: “Egli mi ha dato le basi sulle quali ho costruito tutta la mia carriera. La possibilità di continuare a far ciò che mi è sempre piaciuto, dopo aver superato il Conservatorio, si è manifestata nella banda della Polizia. Anche in questo caso ho superato le selezioni, e lì sono rimasto cinque anni e mezzo. Un periodo ricco di soddisfazioni, dalle collaborazioni con il Santa Cecilia alla conoscenza di artisti come il direttore Georges Pretre (anch’egli trombettista, scomparso pochi giorni fa), e l’aver suonato nel suo enorme organico per la Messa di Berlioz”. Il percorso professionale, a 40 anni, è delineato: “Mi reputo un amante della musica – chiosa – e le esperienze umane e di ricerca rimangono essenziali. A fine gennaio eseguiremo “Apocalypse”, opera composta dal maestro Marcello Panni, al Parco della Musica”. Personalità e talento, quelle di Andrea, in grado di brillare nel tempo.