L’associazione “Focus”, con Stefania Germenia e l’intero staff di “Floridia in Biblioteca”, fa il punto sull’ultimo romanzo di Tea Ranno per raccontare, ancora una volta, la donna, vista sotto angolazioni policromatiche. Tea, con la sua metrica fluida, intrisa di lemmi dialettali, alternando un periodare breve a lunghe legature d’arcata che tengono desti, interconnette più personaggi. Il responso è “Santa o Buttana”, se si saltasse subito alla conclusione dello scritto. Non ci sono chiaroscuri per i ruoli della femmina sicula. A ben rileggere c’è la capacità di saper accettare pur non piegandosi ai fatti, c’è l’amare profondo, privo di quei chiaroscuri che portano, purtroppo, all’amara fine di alcune protagoniste. Sono donne che sentono, agiscono, soffrono.
“Una storia appassionante e concreta – dice la Germenia – perché tante possono rispecchiarsi in essa, in questo elevato bagaglio di umanità”. Intensa la resa scenica della lettura di Maria Burgio, del gruppo musicale “La Serenata” e del soprano, Manuela Infalletta, che hanno accompagnato l’happening. “Era un giorno di febbraio, pioveva da giorni e sui vetri, il fiato si rapprendeva per il freddo e la mattina il prato era tutto una brina”. Già dall’incipit emerge una capacità di dipingere scenari con delicata complessità d’animo. La rappresentazione della natura si riflette, infatti, sugli umori, sulle azioni, sui pensieri. E le metafore sulla lentezza, sui paesaggi, intrecciano una trama finissima d’accarezzare con accortezza per comprendere appieno quest’universo femminile “che non si lascia piegare dal male”.
“E’ un far sua la vita degli altri, guardando dalle finestre – conferma Manuela Spina – . Il romanzo ha una forte componente autobiografica: sono donne che non si rassegnano alla morte, ma possono tornare in vita, farsi sentire. Il romanzo è denso, materico: ci ritrovi il tema del viaggio di ritorno, non un rientro qualsiasi, in una Sicilia Madre e matrigna”.
La Ranno precisa come “Sentimi”, pur latore di storie atroci e forti, non sia uno spaccato della nostra società, né, d’altra parte, un catalogo di sante o di eroine. “Le donne raccontate qui sono esseri colti dalla morte nel momento in cui avrebbero dovuto e potuto raccontare e dare molto alla vita – asserisce l’autrice – . Chi muore avendo il tempo di pacificarsi con sé stessi e con gli altri, beneficia di un distacco definitivo. Qui, invece, abbiamo donne irrisolte, perché stavano vivendo la rabbia, la calunnia, l’assenza di verità: in questo momento non puoi disancorarti dalla terra. Si permane in una nebbia viva, che rende prigioniera la protagonista, dove sente – magicamente – la prima voce. È il primo “Sentimi” delle femmine di ferro, che chiedono sia raccontata la loro vita. “Perché fummo femmine di ferro e fuoco”.
Quella rabbia, quella mancanza di verità, quelle violenze subite, tracimano attraverso la penna dell’autrice. E continuano a soffrire, a comunicare col mondo dei vivi, come nella catarsi della tragedia greca, rielaborando senza paura le tante verità negate. È il libro delle suocere e degli amanti, dei preti e delle suore, dell’onore e dell’apparenza, ma soprattutto dell’amore. Di quello brutalmente spezzato, di una suora per il proprio feto, e di quello passionale, caldo come il “sole glorioso” della scrittrice. È l’affresco di una suocera che odia la nuora. Deja vu? No. Voglia di tornare a respirare, fuggendo dal dramma vissuto nella propria realtà. Alla base, il “fil rouge”, s’impernia sul perdono: è quella la chiave, una delle possibili interpretazioni in un tappeto d’inchiostro vergato col sangue. “Ci sono momenti in cui i morti interagiscono con i vivi, non in modo onirico, ma tangibile”. Dolceamaro un fraseggio: “La vita amara è, cara mia, quando fai tutto per far andare le cose al meglio, anche quando ti metti completamente al servizio della famiglia e non trattieni per te che qualche goccia. Ecco, quelle poche gocce ti sono rinfacciate, perché niente puoi trattenere per te”. È lirica, rossa della nostra Trinacria, vera. Di quell’Isola che alla fine, continua a provare e far provare sentimenti, consapevole del rischio d’esser tradita.