Non è solo una consegna simbolica, il dono del testo “Il voto di scambio politico mafioso”, l’ultimo scritto di Michele Giarrusso, alla cittadinanza. È un invito alla riflessione rivolto alla coscienza civica per comprendere come la sovranità di dissolva inesorabilmente sotto i colpi di un “do ut des” che non può sussistere nel vivere civile. “La società civile – dice Ficara – deve fare pressione sui poteri forti, altrimenti non riuscirà ad alzare la testa. Il voto di scambio non è solo quello della concezione “classica”, ma si verifica in molteplici forme: corruzione e mafia sono un tutt’uno in questo Paese e sono divenute sistema.
E’ necessario scardinarlo”. Zito: “Il cittadino deve fronteggiare questo problema: questa terra non è stata libera negli anni. Con la nostra presenza è rinato il voto d’opinione, ma occorre intensificare gli sforzi, perché la propria dignità non può essere soggetta a compravendita”. La Marzana racconta la sua esperienza, condivisa con altri portavoce: “Vogliamo un radicale cambiamento della politica e delle scelte effettuate – asserisce – il voto di scambio è una grave minaccia ai cambiamenti, siamo vittime di un malcostume: il patto scellerato fra mafia e politica mina le basi della democrazia”. IL consigliere comunale, Monica Infalletta risponde leggendo un estratto del testo di Giarrusso: “Non sarà semplice far capire a certi politici che devono realizzare il bene comune e non quel del proprio clan di riferimento. Certi politici sono molto simili ai mafiosi, accomunati dallo stesso familismo amorale, dallo stesso culto della furbizia e dei propri comodi. La politica viene usata come un mezzo per fare affari: il voto sia un diritto per decidere le sorti dei nostri figli, per i nostri diritti. IL nostro non è un mero attacco d’opposizione, ma un richiamo al rispetto della legge”. Infine un riferimento sulle attuali questioni nazionali da parte di Paolo Ficara: “Salvini ha mostrato di non riuscire a sganciarsi da Berlusconi, e l’altro partito è ostaggio della sconfitta del referendum – conclude – . Le prese in giro di cittadinanza non ci toccano. In realtà esso potrebbe essere un freno al voto di scambio, e il reddito di cittadinanza – fornendo un sostegno – non rende ricattabili i meno abbienti. Per questo, checché se ne dica, rimane uno dei punti principali del nostro programma politico, non è stato messo da parte”.