
Il Consiglio dedica un minuto di silenzio a Pippo Burgio. Così inizia la seduta di fine marzo, per lo “zio Pippo” (come affettuosamente soprannominato da tutti in città), il quale, come ha detto il presidente del Consiglio, Caccamo, “molto ha fatto per i problemi della città, con la sua consueta gentilezza e disponibilità”. “C’è un numero di nuclei familiari, ha riconosciuto Gaetano Vassallo – nettamente inferiore rispetto agli anni precedenti, oltre 4000 unità. Ciò determina l’applicazione di una quota più elevata sui singoli nuclei.
Probabilmente non sono state considerate le utenze dei non residenti, egualmente soggetti alla Tari. Un errore: i sistemi informatici ci danno solo i residenti”. Dello stesso avviso anche Mario Bonanno, occorre una chiarimento di un elemento “macroscopico”. La pentastellata, Monica Infalletta, s’è battuta in aula, e, di fatto, ha evidenziato l’errore assieme al team di analisi: “L’amministrazione deve ricontrollare – sintetizza –. Una ripartizione su 8689 utenti non è la stessa, se operata su oltre 12 mila: un errore che costerebbe molto di più. Non è un numero corretto: non sappiamo dove sono finite 4000 utenze. Nel piano finanziario 2016 erano 12 mila, mentre oggi ne troviamo più di 8000, ripeto, troppi nuclei in meno. E il costo del servizio, nel 2017, era di 3 milioni di euro, ed è rimasto uguale, ma deve essere differente”. L’assessore al Bilancio, Bordonaro: “In effetti ci eravamo posti questo problema, ci siamo accorti di un errore di trascrizione nella proposta. Manca un numero di superfici accessorie, il numero dei nuclei residenti non coincide con le unità abitative, poiché ogni nucleo potrebbe avere anche delle seconde case: verificheremo”.