Non è una semplice replica: ormai i due artisti s’intendono senza neppure guardarsi. La novità della “Passio” – testo innovativo e crudo del prete cileno, capace di stravolgere le coscienze a ogni rilettura – è data dall’azione musicale dei ragazzi delle scuole. In questo caso la “De Amicis, diretta dal preside Agnellino. I colori che ne emergono, con la presenza degli archi, stavolta sono più delicati, a far da contrasto alla possenza della voce di Lo Monaco, che ha saturato le navate della cattedrale, per arrivare “oltre”. La setosità di una legatura d’arcata ha unito pacatamente le frasi, le azioni, i silenzi, come un continuum infrangibile. “Il Cristo viene cullato da queste melodie” è l’intento espresso da Granata. “La Resurrezione di Cristo è l’unico avvenimento della storia dell’umanità – tuona, accorato, Lo Monaco, scandendo le criticità del testo. Egli riscopre passaggi precedentemente messi in attesa, come una riflessiva pausa di sospensione. Tratti vergati, meditati, che abbagliano e atterriscono per la forza ch’egli v’imprime. La “Passio” è sua, la fa propria, e non si vergogna d’apparire scoperto, nudo, di fronte a tale lucore: in questo intreccio di complessità e armonica composizione letteraria, i giovanissimi hanno sempre “tenuto” gli strumenti senza scomporsi troppo. Una prova di maturità che li accompagnerà a vita. Perché non è facile suonare davanti alle parole di una “Passio” difficilmente rimuovibili dalla coscienza. “I 500 metri verso il Golgota – continua a recitare L’attore – sono i più lunghi della creazione; la teoria della relatività ammutolisce difronte a questa distanza: la croce ha un peso esatto di 70 chili, i più pesanti dell’Universo. La Galassia gira intorno ad essa”. Nella metrica Lo monaco ci mette il cuore, il fisico, le forze, la volontà, quel che c’è da raschiare dal più profondo della sua esperienza, come in un’elevazione sempre nuova, diversa. Come forse Langlois, poeta impegnato nell’analisi delle ingiustizie attuali, avrebbe voluto, per riscattare i poveri, i più deboli, gli oppressi.