
È il poeta che non ti aspetti, un uomo lontano da Recanati, mistico, quantistico nel suo esser Natura in quel di Napoli. Gli ultimi 4 anni della sua vita, dove compie una ulteriore fatica , inerpicandosi lungo le rocce infìde del cammino, per esprimere un’animicità differente. È un nuovo umanesimo che Clementi schiude sotto gli astri, la Luna, Giove, passando fra i vicoli inesplorati di Giacomo. “L’Inesausto grembo” è un viaggio per chi non ha dogmi, per chi sa mettersi in discussione. E riformula un dualismo fin qui ascoso ai più. C’è molta “passio” nel lavoro denso dello scrittore.

“Leopardi partenopeo si poggia sulle Upanishad, sulle più remote letture del pensiero orientale – sostiene Clementi – per sgretolare le certezze dell’uomo, quelle mutuate dal rigido dogmatismo cattolico dei tempi. E scopre la sua dimensione cosmica, la stretta interconnessione con l’universo sensibile, tanto da antropomorfizzare il magico movimento delle stelle, i cicli delle stagioni, gli appetiti animali”. Affiora un Leopardi critico verso la mediocrità, ostile nei confronti di chi non metta al primo posto il dominio della volontà. Si è spogliato dei suoi vecchi abiti, per gioire dei piaceri delle lande partenopee: il cibo, la bellezza che appare d’improvviso. Irresistibile, penetrante, che dà senso alla vita. La ricerca dell’Occasione e della libertà, e poi ancora nuove strade, alleggeriscono un’immagine filosoficamente stereotipata del marchigiano. Clementi è un archeologo del poeta. Ne annusa gli odori delle carte e delle stanze di Recanati, prima d’illuminarsi sotto la Luna del Vesuvio . L’ultimo anno della sua vita lo trascorre a Torre del Greco, dove “trova la quadra” alla insensatezza della stessa storia, alla sterilità di una verità discutibile, che affanna i pensatori, proprio mentre sfugge loro l’essenziale della saggezza nel saper vivere senza etichettare, classificare, ma, semplicemente, amare.Il suo “Tramonto della Luna” ha una tessitura musicale, non è l’ultimo anelito leopardiano. Anche il suo avvicinamento alla massoneria locale è da intendersi in tal senso,. La ricerca riposa , lieve, nei cromatismi della natura e nella danza dei satelliti di Giove. E, quasi fosse un’equazione, Giove è “l’Inesausto grembo, un continuo flusso di energia. Energia focale, zoroastriana, illuminista e latrice di fanciullesca meraviglia. Energia che ti dissolve nella “lava incandescente della vita”.Napoli, fra le più illuministiche e popolose metropoli europee, gli porge l’occasione della metamorfosi. E lì che ciascuno può trovar se stesso, nella terra che maggiormente si avvicina al proprio sentire, avviene il miracolo delle stelle che squarciano la notte buia dentro il cuore. Romantico, meditante, solitario eppur giocoso, epico. In una parola, nobile. Il testo di Clementi va assaporato come un buon passito nella coppa di una conoscenza continua. Così come l’alternarsi fra giorno e notte, eros e thanatos, timore e stupore. Un’opera coraggiosa che ribalta, a livello internazionale, il consolidato mainstream sul Poeta.