Attilio Russo, messinese, reporter di una Sicilia segreta, sinceramente religiosa viene ricordato dall’inseparabile amico, Peppe Muccio
Va via, silenzioso, come silenziosamente aveva ritratto i volti delle feste di Sicilia, delle tante Passioni, dei riti che affondano i loro misteri nelle pieghe delle più remote lande dell’Isola. Lui, col suo inseparabile amico , Giuseppe Muccio, è stato il cronista fotografico di innumerevoli avventure capaci di svelare luoghi e tradizioni sovente ignoti, giungendo al centro dell’impervie montagne peloritane, ma non solo. Non c’era un luogo intatto dai due appassionati, E ogni occasione era buona per immortalare una Madonna portata a braccia fra le spume dei mari, per far riaffiorare la sicilianità di una speranza vera, fra sale e Sole, sospinta dai venti di libeccio. E davanti al lavoro che egli ha svolto insieme a Peppe Muccio, ci si chiede: “Quante Sicilie ci sono?” Sono davvero molte, venate dal caldo della fatica che segna l’agro, delle lacrime versate da una vecchina – dietro alla finestra – che sa di non poter più correre dietro “U Santu”.
La preparazione dell’artista è enorme, e vasta la produzione ancora da pubblicare. I fotoreporter hanno conosciuto le tradizioni delle altre genti, rientrando, ogni volta, in Trinacria, con un nuovo modo di declinare la fotografia, similmente a un quadro che non ferma un semplice scatto, ma s’immerge nelle tinte pastello dei sentimenti delle genti. “Aveva una cultura stratosferica – ci racconta Peppe Muccio – Era, e resta nel nostro cuore , per la capacità di offrirsi in tutto: raccontandosi, facendo emozionare, condividendo bellezza”. Dietro quegli avvenimenti popolari, le sagre, i botti, le elevazioni fino a far scoppiare il cuore per la fatica, si nascondevano precise ragioni pagane, poi trasformate, nei secoli, in culto cristiano. Anche in questo sta la grandezza del personaggio, nella sua versatilità e nella sua preparazione che, in modo adogmatico, permette al lettore di emozionarsi ancora attraverso quegli occhi azzurri persi dentro all’obiettivo per far cadere i veli all’origine del tempo.