Il Liga nazionale, reggiano, tricolore, cronista, rude della Bassa, empatico della transgenrazione, istrionico eppure sincero ha scaldato il San Filippo di Messina. Propone i suoi nuovi versi sotto la Luna rossa dello Stretto. I ragazzi sono con lui, e non solo. È parte del nostro made in Italy, si racconta e fa cronaca. Non ha perso le parole, e mette i brividi. È sempre in la minore? Ma no. Inossidabile, fra cosce e zanzare, dipinge la Bassa, ma questa è la sua vita. Un:esistenza condivisa, dove non c’è spazio per arrendersi, ma solo per andare avanti, fotografandosi, anche in mezzo alle ombre allungate dentro la sera dell’essere. Il singer di Correggio c’è, lascia un segno. E le parole che la gente ha dentro, quelle, le canta, roco e dolce, ironico e animico. Che poi, basta un buona linea di basso su cui adagiare il sogno. Ché a quello non si rinuncia. Il volto buono del vicino di casa. Magari ad alto volume, per dire che non tutto è scritto, non tutto è finzione. Bastano