
Di certo, come riferisce il noto geologo, la nostra faglia Ibleo Maltese, è indiscutibilmente attiva. Ma nessuno può prevedere l’attimo del “big one”. Potremmo non esserci più per quell’evento. “Siamo in una delle zone geografiche a più alta vulnerabilità sismica – conferma il già presidente dell’Ordine Nazionale Geologi – . Il Mediterraneo orientale è compreso, diverse faglie sono marine, è un’area nevralgica”. Ma occorre sdrammatizzare: “La scienza ormai individua la faglia interessata che ha generato questa energia – spiega -.

E da questo punto di vista, un istituto di ricerca come l’INGV è capace di tracciare gli eventi in tempi reali. Per tranquillizzare, direi che il fenomeno parte dalla Grecia. E, pur se superficiale, va valutato con oggettività: siamo abbastanza distanti da esso e un eventuale effetto di onda sismica che si propaghi sino a noi sarebbe molto attenuato. Un evento superficiale ci tiene attenti, ma non tutti gli eventi possono generare un’onda tsunami. Una allerta ufficiale, inoltre, deve venire dalle istituzioni preposte, prima fra tutte la Protezione civile e a quel punto è logico adottare tutte le misure preventive, come il rifugiarsi ai piani alti. La nostra edilizia, a differenza di quella orientale, dove spesso le case vengono trascinate, non ha – almeno – questo tipo di difetto. Raccomando il monitoraggio, ma, allo stesso tempo, invito alla serenità”.