PER CONDIVIDERE MUSICA, CANTO, LETTERATURA, MANIFATTURA SRUMENTALE.
L’idea di Valerio Massaro, Giada Scarpato, e dei loro amici, tutti ospiti di Carlo Muratori, indiscutibile talento nostrano, vola sul mainstream, obsoleto e “politico”. Aver creato valore intergenerazionale è meritorio e dona lucore a una terra dove è sempre più difficile esprimersi compiutamente.
Soirèe di gala su un patio d’autore. Dopo le masterclasses, il concerto che mette insieme pentagramma, lirica, scrittura. La formula è innovativa e leggera da fruire. I maestri Valerio Massaro e Giuseppa Modica, stimata violinista e liutaia, hanno aperto la serata con garbata e profonda vibrazione, per poi immettere delicati e passionali frammenti della produzione testuale di Giada Scarpato. Cantautrice, scrittrice, aĺla ricerca e sintesi emozionale col suo testo “Sfumature di Porpora”. Lì, dove il colore rappresenta l’apice deĺle umane debolezze, azioni, elevazioni. Violino e chitarra classica disegnano un sentiero partendo da Boccherini, per affrontare epoche, mutamenti, stilemi in trasformazione. Davvero pregevole, intriso di microdinamiche, anche il barocco moderno di Reverberi, restituito con eleganza dai due artisti in una infuocata “Odissea Veneziana”. Le sfumature di Porpora sono sintesi della tavola armonica delle infinite umane sensazioni, come poi sottolineato dell’autrice. “Sono spezzoni forti, che rappresentano esperienze da interpretare, un manuale psicologico da consultare per ritrovarsi un po’”.
“Hai vinto te stesso, sei andato oltre le supposizioni” recita la lirica voce narrante di Maria Lucia Riccioli. “Oltre il non concepibile: la tua creatività si stupisce dinanzi alla grandezza deĺla tua follia, e sei arrivato là, dove il battito supera l’azione”. Il verseggiare è rosso sangue e denso scorre sul pentagramma, irrituale e lieve al contempo. Un inno al coraggio di andare oltre, “Dove l’illusione è realtà “. “On the velvet” la soprano, voce narrante, che ha librato il suo diaframma in “Smile” e John Dowland Énekegyüttes, a significare che la Musica non ha confini cronologici.
Di fatto è la prima manifestazione atipica, coinvolgente, aggregante. È prevalsa l’amicizia, la condivisione d’intenti, la creatività, in quel magico patio sotto le stelle, ospiti della “Triade”, scrigno d’idee in trasformazione. Giusto ricordare l’apporto deĺl’associazione Croche double Croche, della “Aquila”, e di tutti coloro i quali si sono spesi in questa tre giorni vertiginosa, dove grandi e piccoli musicisti han trovato la loro dimensione onirica, ma anche materiale, fatta di terra, aria, vento, fuoco.
Di pregevole impatto didattico, l’operato del maestro Stefano Linares, eclettico, dalle sfumature “porpora”, giusto per restare in tema, del sempre inappuntabile Massimo Simeone, e, appunto della potente voce di Mari Lucia Riccioli. Di tutti. Perché solo insieme si può andare “oltre”.