E’ il famoso refrain che riecheggia dal mistico interrogativo di Totò e Peppino, incapaci di spiegarsi nella centrale piazza Duomo milanese. Qui, molto più sud di Tunisi, l’interrogativo è lo stesso: cartellonistica sbiadita (qualora si riuscisse a scorgerla attraverso l’opulenza della vegetazione delle rotatorie) lungo quasi tutte le provinciali. Questa è iconica, tuttavia: il turista che alloggi in un b&b , semplicemente, e voglia farsi un giro nei dintorni della città archimedea, non saprebbe proprio dove andare: né verso Siracusa, né verso Catania. Certo, oggi ci sono i navigatori gps: ma bisogna esser fortunati anche con quelli. Non sempre la dolce vocina femminile che ti suggerisce un percorso è affidabile. E non tutti hanno un navigatore. Probabilmente questo disagio sarà risolto dalle prossime elezioni (di qual genere, non importa, non sottilizziamo troppo). Insomma, noi siculi siamo un popolo intuitivo, sappiamo orientarci senza, anche a orecchio, riconoscendo il percorso dalla profondità di una buca dall’altra. Geniali a dir poco. Da Roma in giù, ci raccontano i colleghi, queste crescono a dismisura. Solo che noi non facciamo una piega: perché? Ma è semplice! Perché rispettiamo la cultura, le tradizioni, l’archeologia: quelle indicazioni non vanno sostituite, sarebbe un oltraggio paesaggistico, e bisognerebbe ottenere il parere vincolante delle autorità competenti! Si tratta pur sempre di reperti archeologici. E in pieno clima di Rappresentazioni classiche (scusate, oggi Festival internazionale) sarebbe un oltraggio. Siamo greci, suvvia, e tanto basti per esser belli, migliori degli altri.